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Dajana Gioffrè
Elio Benvenuti

Le tecnologie assistive e non che aiutano sia le persone cieche sia le persone dislessiche

Le tecnologie assistive immaginate e progettate per diversi tipi di disabilità

Nel mondo della tecnologia, e in particolare in quello delle tecnologie assistive, raramente si pensa alle potenzialità che soluzioni immaginate per persone che hanno una disabilità possano diventare letteralmente sinonimo di libertà ed autonomia per altri individui con caratteristiche e bisogni completamente diversi. Ciò non avviene solo nel caso delle tecnologie assistive, ma anche con servizi creati e pensati per mero scopo commerciale. Stiamo parlando infatti di quelle tecnologie assistive immaginate e progettate in particolare per persone cieche o con ipovisione grave ma che si sono dimostrate estremamente utili per molte persone con disturbi specifici dell'apprendimento, anche dette "DSA". Parliamo di condizioni completamente diverse tra loro, nonostante ciò l'accesso al testo scritto in entrambi i casi è compromesso per problemi di accessibilità ad esso.


Di cosa stiamo parlando nello specifico?


Molte persone dislessiche, infatti, in maniera veloce riescono a leggere attraverso l'uso dello screen reader sul loro smartphone. La mente si allena alla lettura da parte di un software, non solo perchè le persone sono abituate ad ascoltare gli altri parlare, ma anche perchè l'accesso alla parola scritta è qualcosa di fondamentale per lavorare, studiare, interagire con gli altri, informarsi e così via, dunque la motivazione a svolgere tutte queste attività spinge molte persone con DSA a sfruttare questa tecnologia.  In questo modo una tecnologia assistiva nata per una tipologia di consumatori specifica diventa qualcosa di fondamentale anche per altre persone con altre caratteristiche, perdendo in un certo qual modo la sua connotazione di "tecnologia di nicchia".


Tuttavia non tutte le persone dislessiche scelgono di avvalersi dell'uso dello screen reader. Essendo infatti la dislessia piena di sfumature, ci sono persone con DSA che hanno una forma di dislessia più lieve e la lettura è meno difficoltosa, oppure semplicemente come forma mentis hanno bisogno di interagire in maniera attiva con la parola scritta, leggendo con i loro occhi. In questo caso però diventano fondamentali i font utilizzati: senza un font accessibile diventa quasi impossibile per una persona DSA leggere un testo senza difficoltà. I caratteri accessibili alle persone DSA sono altrettanto accessibili alle persone ipovedenti, perchè i caratteri accessibili hanno una leggibilità maggiore. Tra i font consigliati abbiamo sans serif (senza grazie) come ad esempio Arial e Cortana. Inoltre è necessario utilizzare un'interlinea più larga e un carattere maggiore al 12; sono tutte caratteristiche della scrittura totalmente compatibili con le necessità di una persona ipovedente.


Uno spazio importante in questa disamina merita senza dubbio la dettatura vocale: fondamentale per le persone tetraplegiche che interagiscono con il computer attraverso la voce, per le persone con DSA molte volte l'audiodettatura consente di scrivere in autonomia, velocità e avendo la piena certezza che il contenuto sia scritto correttamente.


Infine ci sono strumenti che pur essendo nati per risolvere problemi di accesso alla cultura sono riusciti poi a diventare main stream perchè si sono rivelati assolutamente utili a molte persone senza grosse distinzioni. Intendiamo in particolare gli audiolibri che accrescono l'accesso al materiale scritto in particolare alle persone cieche e con DSA. Immaginando di poter leggere mentre si guida, si prepara la cena o ci si allena in palestra, in realtà l'audiolibro esiste da decenni per le persone cieche e oggi sono diventati uno strumento main strim nato, in realtà, per chi aveva difficoltà ad accedere ai materiali cartacei. Sarà interessante vedere l'evoluzione dei podcast, vere e proprie forme di giornalismo e di racconto di storie che diventano particolarmente accessibili a chi ha disabilità visiva e DSA. Stessa cosa avviene con gli assistenti vocali come Google home e Alexa.


In questo modo lo strumento non è stigmatizzante, ovvero "pensato solo per ciechi" o "solo per le persone dislessiche", ma è parte di una scelta che il consumatore o la consumatrice possono fare e eliminare quelle storture cognitive che vengono attribuite alle persone con disabilità. Usare uno strumento per tutti, indipendentemente dalle caratteristiche che ha il consumatore.


L'augurio è che tali tecnologie possano diventare parte integrante della vita di tutti e tutte, potendo scegliere senza sentirsi stigmatizzati ma seguendo esclusivamente le proprie inclinazioni, esigenze, possibilità fisiche e cognitive.

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