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Marco Sicbaldi

Accessibilità digitale e European Accessibility Act: perché il 2025 è un anno spartiacque

"Dal 28 giugno 2025 l’EAA rende l’accessibilità digitale un obbligo per tutte le aziende UE.

In un continente sempre più connesso, dove gran parte delle interazioni quotidiane passa da app, siti web, e-commerce e servizi digitali, l’accessibilità non può più essere un'opzione. Con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act (EAA) il 28 giugno 2025, le aziende dell’Unione Europea sono chiamate a un cambio di paradigma: rendere i propri servizi digitali accessibili a tutte le persone, comprese quelle con disabilità.

L'European Accessibility Act è una direttiva europea (2019/882) nata con l'obiettivo di armonizzare i requisiti di accessibilità per i prodotti e i servizi digitali all'interno del mercato unico europeo. Si tratta di un provvedimento che ha due grandi obiettivi: tutelare i diritti delle persone con disabilità, migliorando l’accesso a tecnologie e contenuti digitali, ed eliminare le barriere nel commercio transfrontaliero tra gli Stati membri, grazie a standard comuni. Le organizzazioni che non si adeguano rischiano di perdere quote di mercato, incorrere in sanzioni e danneggiare la propria reputazione.

Il provvedimento riguarda sia il settore pubblico che privato. Sono obbligate a conformarsi tutte le imprese che offrono prodotti e servizi digitali (siti web, e-book, ATM, e-commerce, app mobili), operano nei settori bancario, trasporti, telecomunicazioni, editoria, audiovisivo, e hanno più di dieci dipendenti o un fatturato annuo superiore a due milioni di euro. Tuttavia, questa soglia è stata valida solo fino al 28 giugno 2025. A partire da quella data, l’European Accessibility Act ha esteso l’obbligo di accessibilità a tutti gli operatori economici che offrono i prodotti e servizi digitali previsti dalla direttiva, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. L’unica eccezione prevista riguarda le microimprese, ovvero quelle con meno di dieci dipendenti e un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a due milioni di euro.

Questa estensione rappresenta una vera rivoluzione normativa, perché abbatte le soglie di esclusione finora in vigore, e chiama all’azione anche realtà di piccole e medie dimensioni che finora non erano direttamente coinvolte. Il principio di fondo resta comunque chiaro: il digitale deve essere per tutti.

Fino ad oggi, l’accessibilità è stata spesso vissuta come una buona pratica, talvolta ignorata o posticipata. Con l’EAA, diventa un obbligo normativo, al pari della protezione dei dati o della sicurezza informatica. Questo significa che, dal 2025, i servizi digitali dovranno essere progettati fin dall'inizio in modo accessibile (approccio "by design"), e il principio di accessibilità universale dovrà guidare le strategie di prodotto e comunicazione. Inoltre, ci sarà un controllo effettivo da parte delle autorità nazionali. Per le aziende, il 2025 è l'anno in cui la conformità non è più rinviabile.

Spesso si pensa che l'accessibilità riguardi solo gli sviluppatori o i tecnici. In realtà, l’EAA ha implicazioni trasversali per i team di comunicazione, marketing, UX, customer service e formazione interna. L’adeguamento richiede un cambio di cultura organizzativa e un investimento trasversale in competenze, strumenti e processi.

Adeguarsi in tempo all’EAA non significa solo evitare sanzioni. Significa anche espandere la propria audience, includere milioni di persone finora escluse, migliorare l’esperienza utente complessiva, rafforzare la propria immagine pubblica e stimolare l’innovazione. Secondo la Commissione Europea, l’EAA potrebbe migliorare la vita di oltre 80 milioni di persone con disabilità e favorire un mercato digitale più competitivo.

Per le aziende europee, questo significa una sola cosa: è il momento di inserire l’accessibilità digitale nei propri obiettivi strategici. Non si tratta solo di rispettare una norma, ma di abbracciare una visione più ampia: quella di un ecosistema digitale davvero democratico, dove ciascuno possa accedere, partecipare e contribuire. L'European Accessibility Act non è solo una legge: è un invito all'azione.

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