L’accessibilità digitale non è più un tema marginale per sviluppatori o specialisti: è diventata una frontiera strategica per chi progetta servizi digitali nel 2025. In questo scenario, il web è in continua evoluzione e le tecnologie emergenti stanno ridefinendo le regole del gioco.
Intelligenza artificiale (AI), realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR), machine learning, natural language processing, interfacce conversazionali, dispositivi wearable: sono solo alcune delle innovazioni che stanno cambiando profondamente il modo in cui si costruiscono, si usano e si vivono le esperienze digitali.
Ma c’è un aspetto che resta fondamentale: la tecnologia, da sola, non garantisce l’accessibilità. Per essere veramente inclusivi, i servizi digitali devono essere progettati e testati con il supporto di esperti di accessibilità, e – soprattutto – delle persone con disabilità.
L’AI al servizio dell’accessibilità
L’intelligenza artificiale è una delle tecnologie più promettenti nel campo dell’inclusione. Tra i suoi usi più efficaci:
Tuttavia, l’AI non è neutrale: può replicare bias, escludere persone o generare contenuti fuorvianti. Per questo è essenziale l’intervento umano: test, correzione, monitoraggio e partecipazione attiva degli utenti con disabilità nel processo di sviluppo.
Machine learning e personalizzazione accessibile
Grazie al machine learning, oggi è possibile offrire esperienze digitali personalizzate in base alle preferenze e alle capacità dell’utente:
La personalizzazione, se progettata in ottica inclusiva, può abbattere molte barriere cognitive e sensoriali. Ma se non viene progettata con attenzione – e testata su una varietà di profili – rischia di escludere utenti che non rientrano nei modelli di apprendimento dell’algoritmo.
Ancora una volta, il ruolo degli esperti di accessibilità e dei user test è cruciale.
VR, AR e nuove interfacce: quando il web diventa esperienza
La realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR) non sono più tecnologie futuristiche. Sono già utilizzate in musei, scuole, aziende, eventi, e stanno diventando parte integrante dell’esperienza web:
Tuttavia, anche in questi casi, la progettazione deve prevedere alternative accessibili, interfacce intuitive, istruzioni comprensibili e ambienti calibrati per evitare sovraccarico sensoriale.
Wearable e accessibilità aumentata
I dispositivi indossabili (wearable) come smart glasses, orologi intelligenti, sensori tattili e auricolari traduttori stanno diventando estensioni della nostra capacità di interagire col mondo digitale e fisico. Alcuni casi:
Questi strumenti possono fare molto per l’accessibilità, ma devono essere pensati con interoperabilità, semplicità d’uso e test concreti con utenti finali.
Il limite della tecnologia? L’assenza di umanità
Tutte queste tecnologie, per quanto avanzate, non possono sostituire l’empatia, l’ascolto e la collaborazione interdisciplinare. Una piattaforma di e-learning può avere intelligenza artificiale e interfacce VR, ma restare inaccessibile se non tiene conto delle esigenze specifiche di studenti con DSA, ipovisione o deficit motori.
Ecco perché ogni tecnologia dovrebbe essere solo uno strumento, al servizio di un progetto più ampio: quello dell’accessibilità universale. Un progetto che parte sempre dalle persone.
Conclusione: il futuro del web è umano e tecnologico
Le tecnologie emergenti stanno ridefinendo i confini dell’accessibilità. Ma il vero cambiamento avviene solo quando queste innovazioni vengono sviluppate con attenzione, responsabilità e inclusione reale.
L’European Accessibility Act può essere la cornice per promuovere un web dove AI, VR, AR e machine learning non siano gadget, ma strumenti al servizio della partecipazione.
E soprattutto, dove ogni innovazione venga testata, pensata e validata da chi dovrà usarla davvero. Perché un web accessibile non nasce dai codici, ma dalle relazioni. E ogni tecnologia inclusiva ha bisogno, prima di tutto, di persone consapevoli che la rendano tale.
"Grazie alla partnership con AccessiWay, aggiungiamo così un importante tassello verso una maggiore inclusività, offrendo la massima accessibilità al nostro sito web e a tutti i suoi contenuti”
Corporate Communications Director di Campari Group