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Marco Sicbaldi

Tecnologia e inclusione: il ruolo dei dispositivi wearable nell’accessibilità digitale

Wearable e accessibilità: 5 dispositivi che rendono la tecnologia davvero inclusiva

I dispositivi wearable – ovvero “indossabili” – stanno cambiando il nostro modo di vivere, lavorare e comunicare. Ma nel 2025, stanno soprattutto diventando una leva concreta per l’accessibilità digitale. Orologi intelligenti, occhiali smart, auricolari con assistenza vocale, bracciali aptici: la tecnologia si fa sempre più discreta, personale e reattiva. Ma quanto è davvero inclusiva?

Grazie all’European Accessibility Act (EAA) e a una crescente consapevolezza progettuale, i wearable stanno emergendo non solo come gadget high-tech, ma come strumenti fondamentali per abbattere barriere sensoriali, motorie e cognitive. Tuttavia, per sprigionare il loro potenziale inclusivo, non basta l’innovazione hardware o software: serve il contributo di esperti di accessibilità e di persone con disabilità che partecipino attivamente allo sviluppo dei prodotti.

Wearable e accessibilità: un connubio sempre più concreto

I dispositivi indossabili non sono più semplici “accessori” digitali. In molti casi diventano ponti tra il corpo e il web, facilitando l’interazione con l’ambiente fisico e digitale. Ecco alcune funzioni chiave per l’accessibilità:

  • Notifiche tattili per persone sorde o con difficoltà uditive.
  • Comandi vocali per chi ha deficit motorie o visive.
  • Monitoraggio visivo e ambientale per migliorare l’orientamento di persone cieche.
  • Traduzione in tempo reale e output multisensoriali per chi ha disabilità cognitive o linguistiche.

Ma questi strumenti sono davvero utili solo se vengono progettati pensando a tutte le persone, non solo a un utente giovane, esperto e.

5 dispositivi wearable che promuovono l’accessibilità nel 2025

1. OrCam MyEye Pro

Un dispositivo che si aggancia agli occhiali e legge testi, riconosce volti, identifica prodotti e colori. È pensato per persone cieche o ipovedenti.

🔍 Inclusivo perché: non richiede l’uso di mani, funziona in tempo reale e si integra con l’ambiente fisico.

2. Apple Watch e accessibilità nativa

Lo smartwatch Apple ha impostazioni accessibili di default: VoiceOver, display a contrasto elevato, feedback aptico, comandi vocali, gesture semplificate.

🔍 Inclusivo perché: Apple lavora con community di persone con disabilità, implementando funzioni testate sul campo.

3. Glasses di Envision

Occhiali intelligenti che traducono testi, leggono cartelli, descrivono scene e facilitano la mobilità urbana per persone con disabilità visive.

🔍 Inclusivo perché: le interfacce vocali sono progettate con attenzione al contesto e ai livelli di autonomia.

4. Dot Watch

Uno smartwatch per persone cieche, che mostra messaggi e notifiche in braille, con una rotella interattiva e feedback tattili personalizzabili.

🔍 Inclusivo perché: usa un linguaggio fisico alternativo, progettato in collaborazione con persone cieche.

5. Neosensory Buzz

Bracciale aptico che trasforma suoni in vibrazioni, utile a persone sorde per percepire segnali, allarmi e voci ambientali.

🔍 Inclusivo perché: offre una nuova modalità sensoriale, che si adatta al contesto d’uso (strada, casa, ufficio).

Wearable + AI: una sinergia da esplorare (con attenzione)

Molti wearable integrano funzioni di intelligenza artificiale per anticipare i bisogni degli utenti: notifiche predittive, suggerimenti contestuali, riconoscimento visivo o vocale. Queste funzioni possono migliorare drasticamente l’esperienza di chi ha disabilità cognitive o sensoriali.

Ma l’AI non è infallibile. Può generare contenuti fuorvianti, non riconoscere correttamente un comando, o non adattarsi a contesti imprevisti. Qui entra in gioco l’intervento umano: esperti di accessibilità che testano le interfacce, raccolgono feedback e progettano alternative efficaci.

Sfide attuali: interoperabilità, privacy, accessibilità economica

L’espansione dei wearable accessibili porta con sé anche nuove sfide:

  • Compatibilità tra dispositivi e piattaforme (soprattutto per chi usa tecnologie assistive diverse).
  • Privacy e dati sensibili, che devono essere protetti in modo trasparente.
  • Accessibilità economica: molti dispositivi hanno costi elevati, ancora poco sostenibili per molti utenti.

La soluzione? Co-progettazione, open innovation e politiche pubbliche che incentivino l’accesso equo a queste tecnologie.

Conclusione: il wearable accessibile nasce da chi lo indossa

Nel 2025 i dispositivi wearable stanno diventando estensioni intelligenti del corpo umano, capaci di aumentare l’autonomia, la sicurezza e la partecipazione delle persone con disabilità. Ma non esiste tecnologia inclusiva senza coinvolgimento diretto degli utenti e senza esperti che traducano i bisogni in soluzioni concrete.

L’accessibilità digitale non è un’opzione di sistema. È un processo continuo, che si costruisce con attenzione, formazione e ascolto. E ogni dispositivo, prima ancora di essere indossato, deve essere pensato per essere abitato da tutte e da tutti.

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